Il 2017 è cominciato da poco e ho deciso, dopo il primo articolo sui 20 album che compiono 20 anni in questo anno ho deciso di andare oltre e scoprire quali sono gli album che quest’anno compiono 25 anni trovando delle piccole gemme che sono certo molti di voi ricorderanno appena leggero. Mettetevi comodi e cominciamo il nostro viaggio.
Cominciamo con quello che è unanimemente il miglior disco del 1992, ovvero “Automatic for the People” dei R.E.M., disco che ha visto la band di Michael Stipe in cima alle classifiche grazie a pezzi come “Nightswimming”, “Man on the moon”, “Drive” e “Everybody hurts”. Un altro disco che quell’anno fece scalpore fu l’album d’esordio dei Rage Against the Machine di Zack de la Rocha e Tom Morello con canzoni come “Know your enemy” e “Bullet in the name”. Nello stesso anno uscì “Slanted & Enchanted”, il disco di debutto della band indie rock americana dei Pavement che creò i presupposti per il genere shoegaze.
Fu un anno molto florido per tutto il rock: i Green Day pubblicarono il loro secondo disco “Kerplunk!”, gli Alice in Chains pubblicarono il loro secondo disco “Dirt” (Them bones”, “Rooster”, “Dirt”, “Angry chair”), i Sonic Youth pubblicarono il loro settimo disco “Dirty” (forse il più conosciuto dal grande pubblico), i Sublime esordirono con “40 Oz. To Freedom“, i Faith No More diedero alle stampe “Angel Dust” e si fecero conoscere dal grande pubblico, Bruce Springsteen pubblicò il bellissimo “Human Touch“, gli Stone Temple Pilots del compianto Scott Weiland si affacciarono al mondo della discografia con il loro primo disco “Core” (con le bellissime “Creep” e “Plush”), i Bon Jovi pubblicavano “Keep the Faith“, disco che grazie a pezzi come “Keep the Faith”, “Bed of Roses” e “In These Arms” ha venduto oltre 4 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo, e i Soul Asylum davano alle stampe “Grave Dancers Union” con la bellissima “Runamay train” dedicata ai bambini scomparsi in America.
Anche l’hip hop decise di dire la sua grazie ad un tris di dischi epocali: prima ci fu “The Chronic“, il disco di debutto di Andre Romelle Young, meglio conosciuto come Dr. Dre, che si fece conoscere al mondo grazie a brani come “Nuthin’ but a “G” thang”. Fu l’anno dell’esordio anche per gli Arrested Development che si presentarono con “3 Years, 5 Months & 2 Days in the Life Of…” e la loro “Tennessee”: i Beastie Boys tornarono invece a suonare i loro strumenti con “Check Your Head” a tre anni di distanza dal precedente “Paul’s boutique”.
Cominciavano ad affacciarsi anche altri modi di fare musica: i The Prodigy di Liam Howlett e Maxim Reality esordiscono con “Experience” disco che contiene “Jericho” e “Charly”, i Dream Theater pubblicano quello che da molti è considerato il loro disco più bello e una pietra miliare del progressive metal, “Images and words” (con l’esordio di James LaBrie), i Pantera arrivarono alla fama internazionale con “Vulgar display of power” e i Megadeth di Dave Mustaine pubblicarono “Countdown to Extinction” con al suo interno l’iconica “Symphony of destruction”.
Principalmente però erano anni in cui trionfava il pop: uno dei migliori dischi di quell’anno fu infatti “Little Earthquakes” di Tori Amos, album di esordio della rossa cantante e pianista americana. Fu anche l’anno in cui Madonna pubblicò il controverso disco “Erotica” con al suo interno la bellissima “Rain” e Eric Clapton suonò live un bellissimo concerto sulla rete MTV immortalato dal disco “Unplugged“, suo maggiore successo discografico grazie ad una versione straziante di “Tears in heaven”, dedicata alla morte del figlio. Per concludere questa carrellata vi diciamo solo che gli Sade diedero alle stampe il loro quarto disco “Love deluxe“, Elton John con “The One” scalava le classifiche e Peter Gabriel affascinava il mondo intero con “Us“, album che conteneva una forte denuncia sociale con brani come “Digging in the dirt” e che stupì il mondo con il video in computer grafica di “Steam”.
Tra gli album che quest’anno festeggiano i 25 anni, ci viene segnalato anche “Kerplunk” dei Green Day!