“12.12.12.”, la special one night, il concerto al Madison Square Garden di New York o già ribattezzato il concerto dell’anno. 31 piattaforme web, 39 emittenti televisive in lungo e largo gli Stati Uniti d’America, 219 canali televisivi internazionali, 159 stazioni radio e 229 tra cinema e teatri americani hanno trasmesso in diretta il concerto al Madison Square Garden tenutosi questa notte (in Italia la diretta web è cominciata alle 1:30 ed è terminata alle 07:17) che ha visto esibirsi sul palco personaggi e band del calibro di Bruce Springsteen & The E-Street Band, Roger Waters, Bon Jovi, Eric Clapton, Rolling Stones, Alicia Keys, The Who, Kanye West, Billi Joel, Eddie Vedder, Chris Martin, Dave Grohl e Paul McCartney. Inediti ed amarcord, un punto di rottura con il passato o forse un trampolino verso il futuro. Non si tratta di punti di vista, bisogna tener presente la ragion d’essere di questo evento.
Una diretta mondiale per uno show organizzato in onore delle vittime colpite dall’uragano Sandy che lo scorso Ottobre ha devastato tutta la costa est degli Stati Uniti d’America da Long Island a Queens, passando per Staten Island, Connecticut, New Jersey e New York. In proposito è stato istituito il “Robin Hood Relief Found” destinato a raccogliere quanti più fondi possibili da destinare alla ricostruzione delle infrastrutture distrutte per far rinascere il nuovo dalle macerie del vecchio, per danni che ammontano a 60 miliardi di dollari. E’ possibile, tra l’altro, già pre-ordinare tramite la piattaforma iTunes i file in formato digitale del concerto del “12.12.12.” che anticipano il supporto fisico che sarà pubblicato nel mercato discografico il prossimo 15 Gennaio 2013.
La corsa per accaparrarsi il biglietto ha rappresentato il primo capitolo di questa breve ma intensa saga che ha portato alla realizzazione di questo evento: forti della presenza di band e musicisti entrati di diritto nella storia della musica rock (vuoi come filone musicale, vuoi per l’accezione in cui la conosciamo oggi) il pubblico ha sborsato somme che variano dai 200 fino ai 2.500 dollari per i posti in prima fila. Gli organizzatori, però, hanno ben pensato di regalare alcune centinaia di biglietti alle vittime dell’uragano, in modo tale da strappare loro un sorriso che può valere una vita.
Ore 1:30 italiane (07:30 pm): 35.468 spettatori collegati tramite la piattaforma Youtube che ha permesso la visione dell’evento, un numero destinato a crescere esponenzialmente in pochi minuti (alle 01:31 erano 36.577; alle 01:33 – 39.338; alle 01:34 – 41.077) fino a raggiungere il picco di 161.737 registrato durante l’esibizione di Eric Clapton, salvo poi diminuire ad 88.092 e risalire velocemente a 157.758 durante l’esibizione dei Rolling Stones. Possiamo azzardare scrivendo che tra i presenti al Madison Square Garden e tutti coloro connessi tramite i vari canali, circa 1 miliardo di persone hanno assistito all’evento.
Le immagini delle coste devastate dalla furia dell’uragano Sandy scorrono veloci sui maxi-schermi: a Bruce Springsteen & The E-Street Band spetta il compito di aprire le danze. “Land of Hope and Dreams” è il pezzo di apertura, mentre i posti a sedere in platea rappresentano una mera formalità dal momento che tutti i presenti sono in piedi tra fiumi di birra e sorrisi in primo piano. Nel frattempo il numero di utenti connessi aumento fino ad 82.007 mentre il Boss propone “Wrecking Ball” e “My City of Ruins” prima di accogliere sul palco Bon Jovi sulle note di “Born to Run”. Erano previste oltremodo “We Take Care of Our Own” e “Jersey Girl” che hanno subito un taglio in scaletta dato il vasto programma previsto. Peccato per qualche fischio ricevuto dagli spalti, di cui non si capisce il motivo.
Spazio alla presentazione a cura di Billy Cristal con il dovuto rituale di invito al pubblico ad effettuare donazioni (rituale che si ripete più volte durante la serata) ed ecco che fa il suo ingresso sul palco Roger Waters: in tenuta completamente nera spezzata dai capelli brizzolati e dalla voce rauca ma vissuta, propone come brano di apertura “In the Flesh” tratto dall’album “The Wall”: in sequenze arrivano “Another Brick in the Wall” (Parte 1, 2 e 3) in cui si apprezza una coreografia di ballerine con indosso una maglia “Fear builds Wall” (La paura costruisce i muri), proponendo poi “Money” e “Us and Them”: la mancanza di Gilmour si fa sentire ma il pezzo forte arriva sulle note di “Comfortably Numb”: sul palco compare Eddie Vedder prima di lasciarsi andare ad un abbraccio liberatorio e di buon auspicio.
Nel frattempo siamo arrivati alle 02:43 (ora italiana) e gli spettatori connessi sono 132.632: fanno il loro ingresso sul palco Adam Sandler e Paul Shefferd che propongono una versione di “Hallelujah” cover di Jeff Buckley, con Shefferd al piano (chi è spettatore abituale del Late Show with David Letterman non è sorpreso dal ruolo ricoperto) mentre Sandler propone una versione un pò insolita del brano: tra i versi cita “Hallelujah, Sandy Screw Ya, We’ll get through ya, beacuse We’re New Yorkers” e si abbandona ad un “fanculo” tutto italiano. Nel frattempo su Twitter, Leonard Cohen fa sapere che avrebbe immaginato che qualcuno avrebbe proposto il brano, ma che non si aspettava che l’avesse cantata Adam Sandler, con gradimento annesso. Alle 02:53 si contano 147.227 utenti connessi.
Arriva così il momento di Bon Jovi che propone “It’s My Life”, “Wanted Dead or Alive”, “Who Says you can’t go home” cantata in coppia con Bruce Springsteen ed una splendida versione di “Living on a Prayer” con l’intro cantata per intero dal pubblico. Ecco che fa il suo ingresso sul palco Eric Clapton che propone una cover di “Nobody knows You when You’re Down & Up” (brano di Jimmy Cox del 1923) in versione unplugged, prima di essere accompagnato dalla band sulle note di “Got to Get Better in a Little While” e “Crossroads” (cover di Robert Johnson).
Siamo alle 03:27 (sempre ora italiana) e gli utenti connessi contano un numero di 161.737: tra una presentazione e l’altra le connessioni web hanno subito un calo di utenti dimezzandosi ad 88.092, ma quando fa il suo ingresso Jimmy Fallon (dopo aver invitato a sua volta il pubblico ad effettuare donazioni) ecco che piombano sul palco i Rolling Stones. La magia e l’energia degli Stones scatena l’arena, gli utenti connessi sono 157.758, giusto il tempo di proporre due brani: Keith Richards e Ron Wood impugnano le rispettive chitarre, Charlie Watts sempre attento alla responsabilità circa la ritmica delle canzoni degli Stones ed un Mick Jagger che si presenta con camicia color amaranto e pantaloni neri, scatenando gli animi sulle note di “You got Me Rockin'” e “Jumpin Jack Flash”. Dieci minuti di delirio e via nei camerini per lascir spazio alla splendida voce di Alicia Keys che grazie all’ausilio del piano propone due brani “Brand New Me” e “No One”, intrattenendo il numero di utenti connessi.
La seconda parte dello show porta il marchio The Who: Pete Townshend con abito nero, Roger Daltray in abito grigio, Pino Palladino al basso e Zik Starkey alla batteria si impongono sul palco per mezz’ora abbondante proponendo al pubblico successi come “Who are You”, “Bell Boy”, “Baba O’ Reley”, “Pinball Wizard”, “See Me, Feel Me” prima di scamiciarsi e cantare a squarciagola il successo di “Love Reign O’re Me” per la contentezza (e standing ovation annessa” del pubblico presente seguita da “Tea & Theatre”.
In sequenza, subito dopo, Kanye West che si lascia trasportare dal momento proponendo un mix di 12 canzoni (tra cui alcuni medley), Billy Joel che propone 6 brani durante la sua intensa mezz’ora di esibizione, Chris Martin che propone una versione unplugged di “Viva la Vida” e la versione al pianoforte di “Us Against the World”: nel mezzo delle due canzoni invita sul palco Michael Stipe ed insieme intonano una versione unplugged di “Losing My Religion” con annessa standing ovation del pubblico presente (e anche di quello a casa).
Il concerto si chiude sulle note di “Empire State of Mind” suonata piano e voce da Alicia Keys, non prima però di aver lasciato spazio alla presentazione di Leonardo Di Caprio (tramite video messaggio) seguita dalla presenza sul palco di Quentin Tarantino, Jamie Foxx e Cristoph Wallz che hanno introdotto l’esibizione (mezz’ora abbondante) di Paul McCartney: il baronetto più conosciuto al mondo fa il suo ingresso sul palco alle ore 06:37 italiane proponendo in sequenza “Helter Skelter”, “Let Me Roll It”, “1985”, “My Valentine” con Diana Krall, “Black Bird”, “I’ve got a Feeling” e “Live and Let Die”: prima di proporre queste due ultime canzoni, però, alcuni ospiti d’eccezione fanno il loro ingresso sul palco dando conferma alle voci insistenti che vedevano i Nirvana esibirsi sul palco con McCartney: ebbene Dave Grohl alla batteria, Krist Novoselic al basso e Pat Smear alla chitarra hanno proposto con Macca un inedito dei Nirvana dal titolo “Cut Me Some Slack” un brano figlio del movimento grunge, radice e progenitrice dei Nirvana. Sarà inserito nel film “Sound City” diretto ed ideato da Dave Grohl in uscita il prossimo 1 Febbario 2013.
Da pelle d’oca l’apertura del BOSS!!
Unico