Zucchero, un italiano a Cuba che fa ballare e divertire L’Avana

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Zucchero
Zucchero | © FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

Abbiamo già ampiamente parlato delle volontà di Zucchero nell’ultimo anno. Adelmo Fornaciari si è dedicato anima e corpo al progetto cubano che l’ha visto realizzare oltre oceano “La Sesion Cubana”. Nella giornata di Sabato si è tenuto il famoso concerto che Zucchero ha organizzato a L’Avana e i primi commenti a caldo non possono essere che positivi. Con tanto di classico berretto cubano e un appeal sempre più sudamericano, Zucchero si è esibito a L’Avana davanti a ben 40/70 mila persone che lo hanno applaudito dall’inizio alla fine. Le cifre sull’evento non sono state ancora ufficializzate ma reportage sul posto parlando di un’affluenza senza precedenti per l’Istituto Superiore delle Arti di Miramar. I molti accorsi sono stati per lo più giovani che hanno ammirato dal vivo uno dei nostri grandi orgogli che, con questo disco, ha più volte evidenziato di aver realizzato un suo grande, enorme sogno. Cuba, terra di cultura ma anche di oppressioni e situazioni che aleggiano ancora in quella zona di limbo. Zucchero non c’ha pensato due volte a superare queste barriere trasparenti, queste barriere nascoste, per realizzare un progetto ambizioso ma nello stesso tempo diverso.

Un concerto con entrata gratuita che ha permesso di fare in modo che il live si trasformasse in un’enorme festa. Due maxischermi e qualche altro spruzzo di tecnologia in un paesaggio che immediatamente riporta la mente indietro negli anni. Zucchero porta in scena anche una citazione del sempre presente Che Guevara: “Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza”. Allestito con due grandi tendoni rossi, il palco è sembrato molto imponente ma nello stesso tempo rispettoso di una cultura che Zucchero ha ammirato ed amato molto. Sul palco il cantante precisa che lui non è nato in Vaticano ma nell’Emilia rossa, da una famiglia di contadini comunisti ma tutt’altro che mangiapreti. Il suo discorso è proseguito menzionando il concerto di ventidue anni fa che ebbe l’onore di tenere al Cremlino. Un vero e proprio giro del mondo di culture quello che sta realizzando Zucchero in questo percorso artistico sicuramente molto affascinante ma nello stesso tempo fuori agli schemi consoni del mercato.

Zucchero
Zucchero | © FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

Un concerto per i cubani ma che gli italiani potranno ammirare il prossimo 8 Gennaio 2013 su RaiDue, proprio per assaporare questa esportazione di uno dei personaggi più rappresentativi della scena musicale italiana. Come consono alla sua figura ma soprattutto al progetto realizzato ossia “La Sesion Cubana”, Zucchero sul palco si è circondato di musicisti italiani e cubani che lo hanno accompagnato in questo lavoro. La stessa formazione che seguirà Zucchero in tour, o almeno la maggior parte di essa, e che vedrà il cantante salire sul palco in diversi stati culminando proprio con l’Italia e l’Arena di Verona per le date del 30 Aprile, 1 e 2 Maggio.

Zucchero sembra aver fatto divertire profondamente gli spettatori de L’Avana che hanno lasciato la location con tanta musica ancora nelle orecchie. In un mix di musica, menzioni, omaggi e parole, Zucchero ha voluto anche ricordare Santiago e la gente della Zona Est di Cuba a cui ha dedicato “Ave Maria no morro”, in quanto l’uragano Sandy ha investito anche la meravigliosa cittadina ma tutti si sono occupati solo ed esclusivamente degli USA. Zucchero ha proseguito dicendo che “L’embargo è una assurdità che deve finire”. Una cultura sicuramente molto diversa da quella europea ma che sembra incarnare alla perfezione lo spirito di Zucchero che ringrazia per la molta affluenza, pur non essendoci stata la possibilità di mettere manifesti in giro, iniziando dicendo “Ho voluto venire qui perché la cultura è ancora un valore”.

Zucchero Fornaciari
Zucchero Fornaciari

Zucchero incanta con racconti di vita vissuta, con aneddoti che riscaldano il pubblico. Fra i molti personaggi incontrati il cantautore ricorda i due figli di Fidel, Camilo Guevara, il figlio di Che e la moglie solo per citarne qualcuno. Zucchero sembra non aver apprezzato o meglio non aver tollerato le critiche provenienti dall’Italia dicendo che: “L’Italia è un Paese che ama alzare polveroni e cercare polemiche gratuite”, come si può dar torto a Zucchero in fin dei conti, concludendo con “Ho cantato per il popolo cubano e basta”. Zucchero, però, non ha assolutamente voluto parlare di politica né tanto meno ha voluto parlare dei dissidenti, poiché il concerto aveva l’obiettivo di essere un evento di cultura.

Il cantante ha poi spiegato alcuni progetti futuri e intervistato da Vanity Fair subito dopo il concerto a Cuba ha voluto esprimere il suo giudizio sui talent dicendo che gli fanno altamente orrore in quanto fanno credere ai ragazzi di poter realmente avere fortuna in questo modo. L’unica eccezione è Noemi che può ritenersi assolutamente felice del percorso realizzato. Dopo aver smontato i talent, Zucchero parla di un nuovo sogno. Archiviata Cuba e lo storico concerto, Sugar si ferma su Ennio Morricone dicendo che uno dei prossimi progetti e sogni nel cassetto sarebbe quello di fare un disco con il celebre maestro in cui lui scrive la musica e Zucchero i testi, facendo poi concerti insieme. L’intervista rilasciata a “Il Giornale” sta già facendo il giro del web e non solo. Insomma, Zucchero non ama proprio starsene con le mani in mano e dopo il sogno cubano è pronto il corteggiamento artistico ad Ennio Morricone.

Concludiamo con un notizia appena battuta dalle agenzie stampa. Chiara Sartore avrebbe dovuto partecipare al concerto di Zucchero a Cuba grazie alla possibilità data da Radio Italia. Purtroppo Chiara è stata uccisa da un’automobile che circolava troppo veloce e che, a 31 anni, le ha stroncato la vita. Il messaggio “Ciao Chiara” appare in copertina della pagina ufficiale di Zucchero con tanto di immagine di lutto. Un epilogo davvero triste per una vita scomparsa improvvisamente, alla rincorsa di un sogno. Ci uniamo anche noi al lutto, ciao Chiara.

1 COMMENT

  1. Sono cubano e le contradizioni di questo concerto mi sconcertano,per carità ognuno e libero di suonare dove vuole,qui non si tratta di politica vera e cruda ma di coherenza etica.Ringrazio a tutti coloro che hanno solevato l’amarezza che lascia l’opportunità persa per Zucchero di mettersi afianco dei Rivoluzionari di oggi a Cuba.
    Inetrviste che si contradicono,quelle a Gramma & VanityFair hanno colpito nel segno.Pensai che almeno una telefonata a Bono degli U2 lo avrebbe aiutato a chiarirsi le idee.
    Se non fosse perché sono in Italia, mi sembrava proprio uno di quegli spot turistici che passano negli hotel all’Avana, proprio quelli che usa il regime per vendere il paese ai turisti: cubani sempre sorridenti e felici che ballano e fumano sigari della mattina alla sera. Roba da non credere, luoghi comuni concentarti come in un dado di brodo. Così la domanda sorge spontanea, come fa uno … Mostra tuttocome Zucchero, anticonformista di natura da sempre, uno come lui che da rompe con quei luoghi comuni,etichette delle culture di un paese, ad accettarli a sua volta in questa circostanza?
    Farsi fotografare col Ministro della Cultura cubano, noto inquisitore di un regime che fra l’altro ha il compito di reprimere e censurare ideologicamente tutti coloro che dissentono, artisti come Zucchero, irriverenti i nuovi rivoluzionari. La nostalgia del 68 l’acceca al punto di autocensurarsi? Cosa direbbe John Lennon? Lei che canta «…ho un diavolo in me…» scende a patti con un regime che manda in carcere gli anticonformisti, che divide gli artisti non in categorie musicali, ma in favorevoli o contrai ideologicamente. La lista degli scomunicati è infinita: da Arturo Sandoval, Paquito de Rivera, Celia Cruz, Gloria Stefan per citare i più noti. Senza contare chi – pur rimanendo a vivere a Cuba – non viene mai passato alla radio, uno per tutti il gruppo Los Aldeanos, noto fra le nuove generazioni per il modo rivoluzionario con cui affronta la realtà.
    Non so quanto questo concerto possa veramente appagare nel nostro rocker Emiliano la promessa strappata vent’anni fa dopo la caduta del muro di Berlino. Cuba è lontana dall’Italia, i mass media e i suoi fan dimenticheranno i suoi compromessi con un regime ostile verso chi dissente pur di attuare un capriccio nostalgico su quella rivoluzione che non esiste più. Quelle luci sul palco del suo concerto nei giardini del ISA hanno fatto vibrare ognuno dei giovani che ieri all’Avana si sono rivisti in quel ragazzo visionario, sognatore e romantico del Sessantotto. I ragazzi dell’ISA e forse anche tutti gli altri che rimassero fuori, avranno percepito con forza quell’aria di libertà nella poesia delle sue canzoni assente a Cuba per troppi anni. In questi giorni dopo l’euforia dell’evento storico continueranno le loro piccole battaglie quotidiane per abbattere tanti altri muri che oggi a Cuba si inalzano fra i “Rivoluzionari” di una volta oggi agrappati omnipotenti al potere e quelli che oggi vorreberò fare la loro rivoluzioni e sognano un’altra cuba.

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